29/11/2020 0 Comments YOGA: La colonna vertebraleSe impariamo ad utilizzare correttamente la nostra colonna vertebrale, saremo in grado di liberarci da molti disturbi sia fisici, sia mentali.
Questo perché ogni organo del corpo, compreso il cervello, è direttamente o indirettamente collegato alla colonna vertebrale, che è l'area di "controllo primario". Ciò che accade, dunque, nella colonna vertebrale determina in gran parte la qualità della salute psicofisica. Si sostiene che per un corretto funzionamento, la colonna vertebrale deve sempre essere distesa e allungata, mai accorciata. Quando la colonna vertebrale viene accorciata da un cattivo uso o dagli sforzi eccessivi, tutti gli arti e gli organi ne risentono. Anche il collo deve essere sempre libero da tensioni muscolari: molte sono oggi le persone che soffrono di disturbi in questa area e ciò finisce poi, per coinvolgere l'intera colonna vertebrale e, per conseguenza, come si è detto, l'intero il corpo. Si consiglia, dunque, per beneficiare di una corretta condizione della colonna, di mantenere il collo in buona posizione, con il mento un poco orientato verso il basso, ripiegato, cioè, in direzione del “pomo d'Adamo”. Una scorretta posizione dello stesso determina il “disallineamento” dell'intera colonna con le gravi conseguenze delle quali si è già parlato. Quando l'uomo si trova in piedi, cioè in posizione eretta, a causa dell'influenza esercitata dalla forza di gravità, i dischi tra le vertebre (lombari, dorsali e cervicali) vanno sotto pressione e le curve della colonna vertebrale aumentano, determinando i forti disagi che tutti conoscono. A volte sono così gravi che non ci si può nè sedere, nè stare in piedi o dormire senza soffrire, impedendoci di praticare o godere dei benefici di una corretta posizione. Nello yoga si sostiene che alla base della colonna vertebrale è situata la kundalini: e che lo stesso midollo spinale, con i suoi sette chakra, è il principale serbatoio di energia umana e universale. Una colonna vertebrale sana e correttamente impostata, prevede che in nessuna area ci sia rigidità. Disponendo di una colonna vertebrale sana, infine, si dovrebbe beneficiare di una sensazione di leggerezza simile ad uno stato di galleggiamento in acqua. Argomento trattato nella scuola di formazione insegnanti Hatha Yoga e Ayurveda Centro Yoga Ederel - Massafra TA
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25/11/2020 0 Comments DHARANAForgiato il corpo dalla pratica degli asana, purificata la mente dal fuoco di pranayama e portati con pratyahara i sensi sotto controllo, il sadhaka raggiunge il sesto stadio dello Yoga chiamato dharana, in cui la sua mente si concentra su un solo argomento o un solo compito che lo assorbe totalmente.
Per raggiungere questo stato di assoluta concentrazione, la mente deve essere placata. La mente è uno strumento che classifica, giudica e coordina le impressioni del mondo esterno e quelle del nostro mondo interiore. La mente è il frutto dei pensieri che sono difficili da reprimere perchè sottili e volubili. Un pensiero ben custodito da una mente controllata porta felicità. Per ottenere il miglior risultato da uno strumento, se ne deve conoscere il funzionamento; la mente è lo strumento per pensare ed è quindi necessario considerare la sua intima essenza. Arjuna, il potente arciere dell’epica Mahabharata, ci fornisce un chiaro esempio di dharana. Un tempo, Drona, precettore dei principi reali, organizzò una gara di tiro con l’arco per provare la loro maestria. Furono chiamati uno ad uno per descrivere il bersaglio loro indicato: un nido d’uccello. Alcuni principi descrissero il boschetto, altri l’albero o il ramo su cui esso era. Quando venne la volta di Arjuna, questi descrisse per primo l’uccello. Poi vide soltanto la testa e infine solo il suo occhio lucente, centro del bersaglio scelto da Drona. Senza ekagrata o concentrazione non si può raggiungere la padronanza di alcuna cosa. Senza concentrarsi sulla Divinità, che forma e controlla l’Universo, non si può scoprire la divinità in se stessi o divenire un essere universale. Argomento trattato nella scuola di formazione insegnanti Hatha Yoga e Ayurveda - Centro Yoga Ederel 20/11/2020 0 Comments Olismo, Olistico: che significa?Troppo spesso non è chiaro il vero significato di olismo e olistico, facciamo, quindi, un po’ di chiarezza.
Vuol dire osservare il risultato di qualcosa come l’insieme delle operazioni che unite e correlate lo hanno creato. Utilizziamo un semplice esempio per spiegarlo... Ad esempio il numero 4 è dato da 2+2 , quindi osservando un 4 io saprò che apparentemente è solo un 4, ma se lo scompongo è dato da 2+2 e ancora più in profondità da 1+1+1+1. Se un professore di matematica dovesse chiedermi di trovare il risultato di un espressione algebrica e io non sapessi scomporre il 4 senza utilizzare tutte le parti che lo compongono, probabilmente non riuscirei a risolvere quell’ espressione. Altro esempio semplice potrebbe essere ... Una sedia, senza le sue quattro gambe non potrebbe più essere considera una sedia, ma un tappetino probabilmente. Ogni cosa intorno a noi è creata dall’ unione di più parti. La parola Olismo deriva dal greco ὅλος, che vuol dire “il tutto, la totalità, l’interezza”. Quindi olistico significa un approccio, una teoria, una terapia che tengono in considerazione non solo una parte specifica, ma l’interezza del sistema. L’olismo è una visione teorica che può essere applicato in fisica, biologia, chimica, linguistica oltre che nelle scienze sociali e in economia. E l’uomo in tutto questo? Eccoci arrivati al punto. Filosofia olistica, approccio olistico, discipline olistiche, pensiero olistico, medicina olistica: queste sono tutte ramificazioni che partono dalla stessa madre olos, tutto. L’uomo secondo questi rami è l’insieme di più aspetti, che uniti, interconnessi e in continuo scambio lo formano nella sua idea. Storia dell’olismo Il primo filosofo a parlare in questi termini è stato Aristotele nella sua Metafisica, dove rimarcava che “l’intero è più della somma delle sue componenti”, opponendosi ad altre teorie come il determinismo secondo cui per conoscere un sistema bisogna analizzarne le sue parti separate e i meccanismi che le regolano. La parola “olismo”, tuttavia venne usata per la prima volta da Jan Smuts, nel suo libro Olismo ed evoluzione del 1926. Anche se all’ epoca non ebbe fortuna, la sua concezione olistica è stata poi assimilata e integrata nel corso del Novecento. Oggi l’olismo si contrappone al riduzionismo, la teoria biologica che spiega ogni organismo o fenomeno naturale secondo un sistema unico, regolato da meccanicismo e atomismo. Approccio olistico significato L’approccio olistico, nel campo delle discipline che riguardano l’uomo, consiste nel considerare la persona nella sua integrità e globalità invece di soffermarsi su una singola parte di cui è composto. Così un organo, un arto o un aspetto della psiche non sono svincolabili tra loro, ma hanno radici comuni e profonde che producono un unicum diverso dalla loro giustapposizione. In un approccio olistico “il tutto” è superiore e più grande della somma di tutte le parti, perché è il frutto di un’ organizzazione che va al di là delle frazioni di cui si compone. Terapia e medicina olistiche Una terapia olistica o una medicina olistica tengono conto di tutti gli aspetti della vita di un paziente, nella fattispecie:
Un esempio di applicazione dell’approccio olistico sono i massaggi olistici o le terapie psicologiche olistiche che non curano esclusivamente il problema presentato dal paziente, ma ricercano di ristabilire l’equilibrio perduto tra corpo e mente, visceralmente interconnessi e inscindibili. Appena esso capirà che pensieri, sentimenti ed azioni sono fatti della stessa materia, potrà passare da un livello all’altro con una consapevolezza maggiore e notare quanto in realtà sia ampia la superficie da esplorare. Medicina e pratiche orientali ispirate all’olismo Le discipline orientali, da sempre orientate alle filosofie, in cui la natura e l’uomo si fondono indissolubilmente in una cosa sola, incorporano e sfruttano il concetto olistico. L’agopuntura, la medicina tradizionale cinese, lo yoga, l’ayurveda, la fitoterapia, l’osteopatia, così come l’omeopatia o l’aromaterapia e lo shiatsu rientrano tra le cosiddette discipline olistiche. Olismo e scienza La teoria olistica dei sistemi ha sempre più preso piede in svariati campi della sociologia, della pedagogia, della filosofia, della psicologia e della medicina nella seconda metà del ventesimo secolo. La complessità delle relazioni che si creano all’interno di un sistema suggerisce la necessità di una visione più ampia e non settorializzata dei problemi. Sebbene nel campo scientifico e biomedico l’approccio olistico abbia dapprima trovato una strenua resistenza da parte dei sostenitori dell’applicazione del rigido metodo scientifico, ad oggi la teoria delle complessità e alcuni studi di fisica utilizzano pratiche proprie dell’olismo per spiegare alcuni fenomeni. Ecologia e olismo Uno degli ambiti in cui è maggiormente diffuso l’approccio olistico è l’ecologia, che abbraccia per natura la biologia, la chimica, la fisica, l’antropologia ma anche l’economia di una determinata area. Per fare un esempio, l’equilibrio di un ecosistema non si basa solamente sul numero o sulle specie di animali e vegetali che lo compongono, ma su di esso incidono altri fattori, il più delle volte esterni. Attività antropiche, fenomeni naturali imprevedibili e altre manifestazioni possono alterare, distruggere o migliorare l’ecosistema. L’olismo tenta di analizzare insieme tutti questi parametri al fine di comprendere meglio come poter agire e migliorare il sistema globale. |
AutoreFederitalia Olistica Archives
Giugno 2021
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sede legale: via San Francesco d'Assisi, 31 - 74016 Massafra (Ta) ©2022 - All Rights Reserved T. F. Worker V.B
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