29/9/2020 0 Comments La mia Riflessologia PlantareLa tecnica Riflessogena, sfrutta il principio della corrispondenza biunivoca tra il micro e il macro cosmo, corrispondenza che troviamo nella pianta dei piedi delle mani e delle orecchie, ma da la mia modesta esperienza in modo più accentuato e ricettivo nella pianta del piede.
Questa corrispondenza è generata dalle terminazioni nervose che finiscono sulla superficie del nostro corpo e che sollecitate generano un imput che arriva ad ogni organo, neurone o cellula. L’applicazione della tecnica ha in sè la capacità di indurre l’ omeostasi cellulare quindi di portare i sistemi all’ equilibrio producendo “la sinergia dei processi cellulari” attivando processi di auto-guarigione. Nell’ ottica di promozione al mantenimento di un buono stato di salute di ognuno, nei corsi insegnerò adeguatamente gradualmente e correttamente i principi e le sequenze della tecnica Riflessogena Plantare, mantenendo la certezza che non può essere la sola tecnica ad indurre all’ auto-guarigione, ma il percorso di consapevolezza che l’ uso della tecnica stessa induce sull’ operatore unita alla predisposizione del ricevente. Le nostre cellule ripetono secondo una visione olistica, gli stessi conflitti vissuti dall’ individuo, pertanto se alla base di disarmonie vi sono evidenti conflitti profondi e reiterati è chiaro che l’imput riflessogeno darà un FEED BACK utile allo stimolo e riparazione del conflitto in essere anche se solo temporaneo, e da qui un miglioramento sintomatico, fisico, ed emozionale. Durante i corsi fornirò gli strumenti utili non solo al trattamento verso terzi, ma anche un processo graduale di accrescimento dell'operatore, attraverso tecniche per lo sviluppo della consapevolezza interiore. Da qui sarà utile e indispensabile per gli stessi di praticare tecniche di meditazione, tecniche di consapevolezza corporea e di conoscenza di elementi energetici emozionali. Con questo auspicio auguro ad ognuno di voi di trovare o ritrovare la propria dimensione più profonda ed interiore utile alla propria vita e crescita spirituale, tanto da poter essere voi stessi portatori di Luce e infusori di energie. Francesco STASI. (Referente e Coordinatore Comitato Nazionale Federitalia Olistica)
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27/9/2020 0 Comments FisiOsteopatia OlisticaUna delle domande che mi viene posta spesso sia da pazienti che da colleghi è:
Perchè un fisioterapista si deve dedicare alle discipline olistiche e alle metodiche orientali? Non sono incompatibili con la medicina ufficiale? Credo da sempre che il lavoro sul corpo non può trascurare l'uomo nel suo insieme. Le emozioni, la mente, lo spirito costituiscono con il corpo un organismo complesso e unico in ogni individuo. E' fondamentale offrire la possibilità di affrontare il recupero funzionale con approcci differenti in base alle specificità di ciascuna persona. Avere una mente aperta a metodiche e metodologie differenti può solamente aiutare il lavoro dell’ operatore per trovare una soluzione o una strada a questo “oggetto” misterioso e complesso che è il corpo umano. Confesso che mi sono avvicinato allo shiatsu con molta diffidenza, ma pur essendo scettico ho voluto partecipare ad un corso semplice ed introduttivo a Bologna. Ho provato su me stesso dopo diversi trattamenti, anche da ricevente, qualcosa che mi ha toccato e aperto una porta interiore e da li ho cominciato capire e soprattutto a sentire. Esattamente “sentire” è la parola fondamentale. Prima di allora lavoravo, riabilitavo, massaggiavo, ma percepivo che c’era qualcosa che mi mancava nell’ attenzione, un tassello che non vedevo e soprattutto dentro di me non “sentivo”. Piano piano la medicina giapponese e cinese mi hanno aperto un mondo che mi ha dato la possibilità di approcciarmi ai miei pazienti da un punto emozionale e terapeutico diverso. Nel tempo sperimentando e lavorando ho visto che il saper toccare è un aspetto fondamentale dell’ essere un fisioterapista consapevole e ad ogni neo fisioterapista consiglio sempre di approfondire le tecniche di digito pressione perché ti insegnano ciò che ogni università non ti potrà mai insegnare: ”la capacità di sentire l’energia vitale dentro di noi e sviluppare la sensibilità del tatto”. La sensibilità del tocco unita alla capacità di ascolto dell’ emozione umana ti dà un quid terapeutico che può aiutare le persone. Inoltre le tecniche olistiche permettono di enfatizzare l’ aspetto emozionale che spesso e volentieri si riflette in una sintomatologia dolorosa o in una sorta di patologia. Personalmente ho da sempre una innata voglia di imparare e di sperimentare nel mio lavoro che mi ha permesso di scoprire mondi, tecniche e maestri ed assimilare esperienze di altri. Questa condizione mentale e la naturale apertura verso ciò che è olistico mi ha stimolato nella medicina tradizionale dato che ogni volta che imparo qualcosa di nuovo riguardo la mia professione, ho la curiosità di informarmi se esistono esperienze e tecniche di medicina olistica che possano essere complementari. Sono dell’idea che un buon terapeuta sia come un buon meccanico che ha un quadro con tanti utensili per eseguire il proprio lavoro e sceglie quello più adatto per trovare una soluzione al problema, di conseguenza non trovo niente di scandaloso nel proporre un approccio terapeutico che possa contenere anche tecniche come lo shiatsu, il Kochi Method o la riflessologia plantare. Personalmente sono contento del mio iter professionale e del mio metodo di approccio perché studiando e approfondendo le varie tecniche e discipline noto che tra oriente ed occidente ci sono tantissimi punti in comune e che il cosiddetto abisso che si immagina tra i due mondi non esiste, ma si intersecano e si completano in maniera molto fluida. Non è un caso che il modo di pensare in termini terapeutici più olistici abbia portato nel mondo occidentale l’affermarsi dell’Osteopatia. FRANCESCO NATIVI FISIOTRAINER OSTEOPATICO OLISTICO 25/9/2020 0 Comments RIFLESSOLOGIAPer riflessologia si intende una pratica di medicina alternativa consistente nella stimolazione, tramite un particolare massaggio o tocco, di zone del corpo chiamate punti riflessi.
Per zona riflessa si intende un punto della superficie corporea su cui, secondo le teorie dei riflessologi, si proietterebbe un determinato organo collocato anatomicamente, lontano da tale punto. Agendo su questi punti si avrebbe la possibilità di condizionare positivamente l’organo corrispondente; per questo motivo la riflessologia rientra nel settore delle medicine complementari ed è considerata una tecnica olistica di guarigione. I fautori di questa pratica sostengono che si possano curare anche particolari stati d'animo (stress, ansia, ecc.) attraverso il massaggio. Le aree più comunemente usate in questa terapia sono i piedi (riflessologia plantare) e le mani (riflessologia palmare). Esistono varie teorie riflessologiche secondo cui su tutto il corpo si troverebbero zone riflesse come ad esempio le orecchie (auricoloterapia) e gli occhi (iridologia); ma anche sul volto, sulla testa, sulla schiena, sulle gambe, sull’ addome e sulla lingua; anche i denti possono essere usati per fare diagnosi. Il dottor Harry Bond Bressier fu il primo a compiere ricerche storiche sulla riflessologia, risalendo a sporadiche notizie in ogni tempo ed in ogni luogo. È quindi sbagliato pensare che la riflessologia sia una tecnica proveniente esclusivamente dall’ oriente, essendo sempre esistita in tutto il mondo. All’ Oriente si fa risalire la conoscenza del massaggio palmare e plantare a circa 5.000 anni fa. In India circa 4.000 anni fa furono scritti i primi “Veda” e in questi libri si può leggere che i medici, per arrivare a una diagnosi, osservavano accuratamente la mano degli ammalati. A Sakkara, in Egitto, nella tomba di Akhmahor, è stata trovata una pittura murale raffigurante un medico che stimola le mani ed i piedi di un paziente. La traduzione dei geroglifici circostanti dice “non farmi male” e la risposta è “agirò in modo da meritare la tua lode”. Pare che anche i Maya e gli Inca usassero questa tecnica. In America la riflessologia è conosciuta e praticata da sempre dai Nativi americani come ad esempio dai Cherokee. Il “Clan dell’Orso” che vive alle pendici dei monti Allegheny usa la riflessologia in una cerimonia sacra cui partecipano tutti, sia sani che ammalati. In Russia il filosofo e medico Ivan Petrovich Pavlov, nel 1883, conduce una ricerca sui riflessi condizionati, concludendo che “tutti gli stimoli sono condizionanti e possono provocare una risposta condizionata grazie al fatto che il sistema nervoso collega, tra loro, tutte le regioni e le funzioni dell’organismo”. Nello stesso anno Voltolini, e Mackenzie nel 1884, pubblicarono le loro scoperte sulle modificazioni che avvengono nella mucosa nasale in presenza di processi in atto nell’ apparato genitale. Nei primi anni del Novecento, il dott. William M. Fitzgerald, otorinolaringoiatra del Connecticut, scoprì che premendo su alcune zone del corpo poteva evitare di somministrare cocaina (allora usata come anestetico) per alleviare molte sofferenze dei suoi pazienti. Allievi del dott. Fitzgerald furono il dott. J. Rilay e la sua assistente E. Ingham, quest’ultima approfondì il lavoro di Fitzgerald, dando il maggior contributo alla riflessologia plantare moderna, separando il lavoro delle zone riflesse in genere, da quello del piede, ed iniziando a costruire una mappa delle zone riflesse sul piede corrispondenti ai vari organi. Negli anni ’60 alcune allieve della Ingham, come Hanne Marquardt in Germania e la Doreen Bayly in Gran Bretagna, riportano la riflessologia in Europa. In Italia, due pionieri della riflessologia plantare contemporanea furono il neurologo Giuseppe Calligaris, Professore presso l'Università di Roma, e il dottor Nicola Gentile. I loro studi sono datati attorno agli anni '30 del Novecento. La riflessologia viene, successivamente, introdotta da Elipio Zamboni, fisioterapista bergamasco diplomato in riflessologia nel 1974 presso la scuola di Hanne Marquardt. Zamboni negli anni successivi organizza corsi di riflessologia plantare, approfondisce il lavoro della Ingham sulla mappatura del piede e fonda, l'AIRP (Associazione Italiana reflessologia plantare) trasformata poi nel 1987, in FIRP (Federazione Italiana Reflessologia del Piede). Vediamo nel dettaglio i vari tipi di riflessologia ... La riflessologia plantare prevede una stimolazione attraverso la pressione su determinati punti che sono in relazione con organi e apparati, al fine di ripristinarne l’equilibrio energetico. Il massaggio riflessologico, inoltre, favorisce la liberazione di ormoni come le endorfine, stimola il sistema linfatico e la circolazione, con una conseguente azione terapeutica. Riflessologia delle mani In questo tipo di riflessologia, specifiche zone della mano corrispondono a determinati organi e apparati. La riflessologia delle mani è possibile praticarla anche con l’auto-massaggio, effettuando rotazioni lente e profonde con il pollice nelle varie zone riflesse. Riflessologia facciale Anche la tecnica della riflessologia facciale era nota in antichità, fin dai tempi degli Egizi. Oggi, una delle tecniche più conosciute della riflessologia facciale è quella vietnamita, anche detta Dien Chan. Così come nelle mani e nei piedi, anche nel viso sono state individuate specifiche zone riflesse che corrispondono ai diversi organi. Auricoloterapia L’auricoloterapia è una tecnica riflessologica basata sul concetto che nell’ orecchio (in particolare nel padiglione auricolare) è mappato l’intero organismo. L’orecchio infatti è la zona di confluenza di precisi canali energetici corrispondenti a molti organi e funzioni dell’organismo. Questi punti (dell’agopuntura) vengono stimolati, tramite diverse modalità, per trattare malattie organiche e squilibri energetici di vario tipo. Come abbiamo visto, in generale l’acupressione (cioè la pressione su determinati punti del corpo) favorisce il flusso energetico nel meridiano corrispondente con conseguenti benefici a specifici organi e apparati dell’organismo. Iridologia: L’iridologia si basa sui principi della riflessologia, principi che postulano che il piccolo è riflesso nel grande e viceversa.Questo metodo (unico fra quelli finora visti) che si basa unicamente sull’osservazione dei segni e delle macchie, della densità, della struttura e del colore dell’iride. Considerato ottimo metodo diagnostico per valutare le condizioni di salute degli organi e dell’organismo in generale. |
AutoreFederitalia Olistica Archives
Giugno 2021
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