12/11/2020 0 Comments LE RADICI: YAMATutti gli otto rami dello yoga hanno la loro importanza nella pratica dell’ asana.
Il primo ramo dello yoga è yama, e viene paragonato alle radici dell’a lbero perchè è la base sulla quale cresce tutto il resto. Esaminiamo in che modo i principi dello yama sono presenti nell’ esecuzione di un asana. Lo yama contiene i principi di ahiṁsa̅, o non violenza, di satya, o sincerità, di asteya, o di liberazione dall’avarizia, di brahmacharya, o controllo del godimento sensuale, e di aparigraha, o assenza di avidità. Immaginate che, nell’ eseguire un asana, vi distendiate più a destra e meno a sinistra. Nel vostro corpo si andrà formando una condizione non etica. Nel lato destro, dove è maggiore la tensione, ci sarà violenza, mentre il lato sinistro, dove è minore la tensione, sembra essere non violento. Per il fatto che il lato destro è più capace e si estende di più, voi fate un buon uso delle cellule in quel lato del corpo, mentre nel lato sinistro non usate appieno le vostre cellule. Sebbene possa apparire non violenza, anche questa è violenza, perchè le cellule intorpidiscono quando non lavorano come dovrebbero. Se distendete di più il lato destro, e meno il sinistro, non dovreste accorgervi della differenza e fare del lato sinistro un uso intelligente fino a portarlo alla pari con il destro? Questo si chiama bilanciamento della violenza e della non violenza, momento in cui sia la violenza che la non violenza scompaiono. Quando il lato destro e quello sinistro si equilibrano, si ha la verità, che è il secondo principio dello yama. Non avete bisogno di osservare la verità; siete già nella verità, perchè non vi sottraete rinunciando a esercitarvi con il lato più debole. E quando c’è una tensione uniforme nell’ asana, si crea una straordinaria comprensione e comunicazione tra i cinque involucri, da quello fisico a quello spirituale e viceversa. Si stabilisce così un controllo delle sensazioni fisiche, delle disarmonie mentali e della contemplazione intellettuale, e questo è il brahmacharya. Ma brahmacharya significa l’anima che si muove insieme all’ azione. Quando si arriva all’ unità di anima e movimento, quello si chiama brahmacharya. Quando prestate grande attenzione a eseguire gli esercizi ugualmente bene sia dal lato destro che da quello sinistro, non c’è attaccamento o avarizia, perchè quando l’anima si muove con l’intelligenza nel corpo, non vi è più nulla da possedere e nulla da desiderare. Viene meno anche la cupidigia, perchè scompare la motivazione; e quando scompare la motivazione, svanisce anche il possesso, e senza il possesso anche l’avidità finisce. Questi sono i principi dello yama come si manifestano nell’ esecuzione di ogni singolo asana. Tutto questo è conosciuto come la disciplina etica nell’ esecuzione dell’ asana. ARGOMENTO trattato nella scuola di formazione insegnanti Hatha Yoga e Ayurveda del Centro Yoga Ederel.
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AutoreFederitalia Olistica Archives
June 2021
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